E si torna da Toschi dopo diverso tempo, ero indeciso se recensire questa serata o quella cui parteciperò a fine febbraio, ma sempre meglio mettere avanti i lavori.
La compagnia è eterogenea, quattro coppie ed un vedovo, non ho fissato un menù, con “questi” non ci si prende mai, preferibile che ognuno decida singolarmente, poi in realtà qualche piatto verrà condiviso.
L’ambiente è quello di sempre, apprezzo che il tovagliato sia in stoffa, che ci sia il doppio bicchiere che l’ambiente sia “alla buona” ma con stile.
Bis di primi per cinque, tortelli alle noci, buonissimi, con giusto equilibrio e senza esagerare con la panna e tortelli al radicchio, siamo sul classico ma sappiamo di non sbagliare.
tagliolini speck e rucola per gli altri, porzioni così abbondanti che ci abbiamo “attinto” un po’ tutti, al dente, delicati, condimento non eccessivo, piccolo neo la temperatura di servizio al limite del tiepido.
Da bere oltre a diverse bottiglie d’ acqua frizzante e non, un paio di bottiglie di lambrusco, Ottocento Nero della Cantina Albinea-Canali e campanone della Cantina Lombardini di Novellara, due vini classici e più che discreti, il primo però è maggiormente gradito e ne arriverà una seconda bottiglia.
Come secondi le donne ordinano un paio di grigliate composte da spiedino, salsiccia, prosciutto di praga, bistecca di manzo, costine, il tutto più che discreto.
La parte maschile sceglie un paio di porzioni di baccalà fritto, per me sempre uno dei migliori, asciutto, croccante, giusto rapporto pastella/baccalà, per i reggiani autentici potrei dire colla/baccalà, sono ben felice che “Il Beco”, contadino ruspante da generazioni, abbia apprezzato il piatto e mi abbia detto “ottima scelta”, conoscendolo è un complimento che rasenta una “standing ovation”.
Meno contenti sono rimasti i due che hanno ordinato il filetto all’ aceto balsamico, giunto allo stesso grado di cottura, con troppo condimento, ma ugualmente tenerissimo.
Tutto bene anche per chi ha preso una fetta di prosciutto di Praga alla piastra.
Graditissimo anche il contorno di patatine fritte per la gioia di tutta la tavolata.
Ma non finisce qui, e c’è chi abbonda in zuppa inglese, sbrisolona, sorbetto al caffè e in dolce mattone, che solo qui trovo ancora fatto con la ricetta di una volta: biscotto bagnato nel caffè che racchiude una burrosissima crema.
Per una volta ci facciamo portare il conto al tavolo assieme ai caffè.
Scegliendo Toschi non mi è mai capitato di sbagliare, né di uscire con la fame, pasta fatta in casa, cucina stagionale (in questo periodo non ci sono i tortelli di ortica e borraggine), una bella scelta di primi, meno ricca, ma di qualità, la scelta dei secondi.
Non ci si aspetti una carta dei vini fornitissima, definiamola “essenziale”.
In ogni caso: consigliatissimo con lode.
Consigliatissimo!!
[gherta]
13/02/2015