Questa sera provo un locale di cui avevo sentito parlare discretamente, aperto da un paio d’anni; non è semplicissimo da raggiungere, ubicato su una via stretta in piena campagna nelle parti fra Collegara e Ponte S. Ambrogio. Troviamo posto per la macchina nel piccolo parcheggio adiacente. Appena entrati ci si trova di fronte al bancone bar e alla cassa; a sinistra due salette per gli i clienti, a la cucina e una terza saletta, quella dove ci accomoderemo io e la mia amica; il gestore ci viene incontro, ci indica il tavolo e ci porta il menù. Non c’è tanta gente; in questa cameretta siamo solo in due, più tardi arriveranno 5 persone e stop. La gestione del locale è di tipo familiare: il padre a gestire e coordinare le comande, la cassa e a servire, la madre in cucina e la figlia a servire ai tavoli e a dare man forte dove serve. Non ho visto nessun altro.
Quando entro in un posto in cui non sono mai stato mi piace guardare e capire in che modo hanno ristrutturato gli ambienti: il contesto è una vecchia casa di campagna riadattata per lo scopo; il gusto è sobrio, semplice, senza cercare di stupire ma piuttosto trasmettere tranquillità; intonaco tinteggiato di bianco, infissi in legno con lunghe tende, arredi in legno che richiamano quel gusto da trattoria di campagna e qualche inserto o trave in legno qua e là. I tavoli sono apparecchiati semplicemente ma con cura; una bella fiaschetta su ognuno indica il numero degli stessi.
Torniamo al menù: non è esteso, anzi; i piatti proposti sono mirati e incentrati su una cucina montanara con selvaggina e funghi che la fanno da padrone. Vengono proposti anche gnocco e tigelle. Discreta la scelta dei vini, locali e non; noi prendiamo mezzo litro di lambrusco della casa, buono, e aqua liscia. Come pietanze scegliamo un tris di primi composti da tortelloni burro e salvia, pappardelle al cinghiale e gnocchi al cervo. Tortelloni un poco anonimi e pasta non esaltante, sufficienti, direi; gnocchi buoni, di grandi dimensioni con abbondante carne di cervo, buona e tenera; pappardelle molto buone e cinghiale buonissimo, tenero e saporito il giusto. La quantità complessiva è discreta.
Come secondi ordiniamo mono porzioni di funghi fritti, umido di cinghiale e patate fritte, che poi ci divideremo. Come pane ci portano tigelle o crescentine, abbastanza buone. Mi piace in particolare il cinghiale, tenero e saporito il giusto, a differenza di altri posti, per nulla pesante. Molto buoni anche i funghi fritti (poco unti) così come le patate fritte. Le quantità sono buone.
Quasi sazi, decidiamo di prendere anche il dolce; la scelta ricade per entrambi su una crostata di marmellata ai frutti di bosco fatta in casa: eccezionale, avrei fatto il bis. Quantità un poco scarsa.
Concludiamo qui e ci dirigiamo alla cassa:
Coperto per due € 5,00
Aqua liscia € 2,00
vino lambrusco in caraffa mezzo litro € 3,50
Tris di primi per due € 20,00
Umido di cinghiale € 8,00
Funghi fritti € 9,00
Contorno di patate fritte € 3,00
dolci per due € 3,00
Totale € 56,50 arrotondati a 55, che a testa sono € 27,50.
Il prezzo mi sembra equo, per cosa e quanto abbiamo mangiato.
Il servizio è stato sempre molto cortese, il gestore si è premurato più volte a chiederci se andava tutto bene; la velocità del servizio era ottima, forse anche troppo celere: ad esempio tra il primo e il secondo è passato… 1 minuto. Complessivamente però, tutto ok.
Direi che è stata un esperienza molto positiva; ho visto e assaggiato cose molto buone e la location non ha nulla da invidiare a moltissimi altri posti di pari livello. Prezzi ok, menù accattivante montanaro e gestori precisi e attenti fanno di questo locale un validissimo luogo per mangiare e stare in compagnia. Se ricapiterà, sicuramente tornerò e lo consiglio senz’altro: 4 cappelli.
Consigliatissimo!!